Le informazioni sui nuovi farmaci allo studio giungono principalmente dalle aziende produttrici , in genere attraverso comunicati stampa e redazionali. I giornalisti di settore attingono da queste fonti per scrivere i loro articoli, ma non tutti approfondiscono i risultati degli studi, li confrontano con altri,segnalano le fonti e l'eventuale presenza di conflitti d’interesse. Così spesso si trovano, soprattutto in rete, articoli che magnificano gli effetti di una nuova molecola tacendone gli effetti negativi.
Come riconoscere gli articoli affidabili? Non tutti sono in grado di leggere riviste scientifiche
perché non conoscono bene l'inglese o trovano ostica la terminologia tecnica, così cercano informazioni in quelli più divulgativi che spesso si rivelano tutti uguali, affrettati copia-incolla di comunicati o redazionali della casa produttrice. Diffidare intanto degli articoli che sono stati finanziati direttamente o indirettamente dall’azienda che produce il farmaco, che non citano la fonte, riportano il parere di un unico esperto, narrano di singoli casi traendone conclusioni generali.D'altra parte anche studi seri pubblicati nella letteratura scientifica possono rappresentare un’informazione parziale. Infatti non è infrequente il bias di pubblicazione, ovvero la reperibilità solo di studi che descrivono l’efficacia di un farmaco.
Deve essere pertanto il lettore a utilizzare criteri di attendibilità degli articoli .Tra questi senz’altro al primo posto ci sono quelli che riportano; revisioni sistematiche ovvero che aggregano i dati rilevati nei vari studi, mentre per quanto riguarda le riviste scientifiche, le pubblicazioni più attendibili sono quelle sottoposte alla peer rewiew (revisione tra pari).
Chi vuole saperne di piu’ sull’attendibilità di uno studio, può avventurarsi nella banca dati delle pubblicazioni mediche www.pubmed.it. E’ possibile restringere la ricerca ma la navigazione non è facilissima. Riservato a chi ha tempo libero e conosce molto bene l’inglese.
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