lunedì 22 ottobre 2012

Ruxolitinib:primi dati sugli effetti sulla sopravvivenza

Uno studio condotto al MD Anderson Cancer Center (MDACC) su 107 pazienti affetti da mielofibrosi a rischio intermedio e alto trattati con ruxolitinib per un  periodo di tempo relativamente lungo, ha rilevato un'influenza anche sulla sopravvivenza globale (OS).  Su un una mediana di 32 mesi di follow-up, 58 pazienti (54%)stavano  ancora ricevendo ruxolitinib, con la sopravvivenza globale del 69%. Le riduzioni della splenomegalia e dei sintomi  sono stati sostenuti con somministrazione di ruxolitinib a lungo termine.L' OS dei 107 pazienti  è risultato significativamente migliore  rispetto a quella di 310  pazienti di controllo storici. Inoltre i pazienti con riduzione ≥ 50% della splenomegalia  hanno mostrato una sopravvivenza significativamente prolungata rispetto a quelli con riduzione <25>Va detto, per evitare facili entusiasmi, che si tratta di una casistica ancora molto bassa per essere statisticamente rilevante.
Chi vuole può consultare l'abstract dell'articolo di S. Vertsoveck ed altri  Long-term outcomes of 107 patients with myelofibrosis receiving JAK1/JAK2 inhibitor ruxolitinib: survival advantage in comparison to matched historical controls (tra gli autori italiani anche Passamonti e Cazzola) pubblicato su Blood il 9 agosto 2012.
Per leggere l'articolo integrale occorre pagare: noi pazienti non ci capiremmo nulla, ma qualche giovane, promettente e squattrinato ricercatore sì. Il  web ha reso gratuito  l'accesso a molto sapere, ma con la medicina non ci è ancora riuscito. Chissà perché .Ma questo è un altro argomento...

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22718840

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