mercoledì 21 novembre 2012

Importanti studi sulla fibrosi

In molti mi chiedono se esistono studi specifici sui meccanismi di formazione della fibrosi midollare che è poi il fenomeno che determina anemia e impedisce, fino alle estreme conseguenze, l'emopoiesi. Come sperare di bloccare la malattia se non si interviene sulla fibrosi?  Ho girato questa domanda agli studiosi di www.progettoagimm.it ed ecco la risposta:
 "Molti studi sul meccanismo della fibrosi midollare sono stati effettuati anche nel passato, chiarendo che si tratta di un processo reattivo a delle sostanze prodotte dalle cellule ematopoietiche malate, in primo luogo i megacariociti.
Infatti la fibrosi può sparire dopo un trapianto di cellule staminali che abbia avuto successo. Sono stati anche provati alcuni farmaci che erano noti ridurre la formazione di fibre in altri sistemi, ma nella mielofibrosi non sono risultati efficaci Gli studi attuali sono più focalizzati sulla ricerca delle alterazioni molecolari delle cellule patologiche, nell'ipotesi che la comprensione di questi meccanismi ci permetta di capire meglio anche il processo di formazione delle fibre ed eventualmente identificare nuovi bersagli per il trattamento.
Per quanto riguarda l'anemia, un farmaco sperimentale che dai dati preliminari sembra essere efficace è la pomalidomide, che è stata sperimentata anche in Italia. Lo studio clinico è concluso e siamo in attesa dei risultati definitivi. Questo farmaco non sembra agire sulla fibrosi, ma è un immunomodulante che va a regolare l'attività di alcune cellule. Teoricamente è corretto pensare che se si riduce la fibrosi potrebbe migliorare l'anemia, ma questo probabilmente non è l'unico meccanismo con cui si può sperare "
Provocata dalle domande, che comunqu io stessa mi pongo, ho cercato in rete qualche altra notizia in proposito e sul sito dell'MPN ho trovato descritti alcuni studi in corso.
Ann Mullaly e Benjamin L. Ebert, delBrigham e Woman's Hospital  stanno  tentando  di individuare  le citochine che sono necessarie e sufficienti per indurre la trasformazione fibrotica nelle malattie mieloproliferative JAK2 positive, utilizzando un modello in vivo di topi a cui è stata provocata mielofibrosi.  Le informazioni ottenute forniranno la base per lo sviluppo di nuove terapie per il trattamento di pazienti MF, quali anticorpi neutralizzanti e / o piccole molecole che inibitrici delle  citochine produttive di MF.

Amit Verma e Zhizhuang Joe Zhao, dell'Albert Einstein College of Medicine e la University of Oklahoma Health Sciences Center stanno invece studiando il ruolo della  TGF-beta come induttrice  di fibrosi. Come primo obiettivo, essi si pongono quello di individuare   i meccanismi di attivazione costitutiva del TGF-beta nell'insufficienza midollare e identificare i suoi effetti a valle, usando campioni di midollo osseo da pazienti con MF. Il  secondo obiettivo è invece quello  di valutare  l'efficacia di uno specifico inibitore del TGF-Beta su un modello murino nella speranza di preparare il terreno per le prove di tali inibitori nei pazienti MF.
Anche Pearlie Epling-Burnett e Adam Mailloux, del H. Lee Moffitt Cancer Center approfondiranno la funzione della TGF-beta ma sotto l'aspetto del legame  fibrosi e senescenza cellulare senescenza cellulare, in particolare quella  indotta nel midollo osseo-derivato da  cellule staminali mesenchimali (MSC). Useranno modelli sia in vitro che in vivo per  concentrarsi specificamente sul ruolo della  FGF2 che induce  il  processo di invecchiamento delle MSC caratterizzato da diminuzione della capacità proliferativa e  da secrezione aumentata di collagene. La comprensione di questi meccanismi fornirà nuovi bersagli terapeutici per MF e di altre malattie fibrotiche.
C. Arnold Spek, del Centro di Medicina Sperimentale e Molecolare, dell'Academic Medical Center, di Amsterdam sta studiando  il ruolo della proteasi attivate da recettori (PAR), il loro effetto a valle sul sistema di coagulazione, e l'effetto che ne deriva sulla  fibrosi del midollo osseo in pazienti con mielofibrosi. I PAR sono  implicati in molti altri tipi di fibrosi (ad esempio, quella  polmonare), ma il loro ruolo ed effetto sulla  MF non è  ancora del tutto chiaro. testare gli effetti di inibitori PAR. Dopo questi studi , si potrà iniziare a testare gli effetti di inbitori PAR.

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