giovedì 29 marzo 2012

Ruxolitinib:molte risposte a pochi dubbi

Sono sempre più frequenti le richieste di chiarimenti da parte pazienti che si apprestano ad assumere Ruxolitinib, il primo farmaco specifico per la cura della mielofibrosi, in merito agli effetti collaterali e a quelli in caso di interruzione improvvisa della terapia. Una tempesta di dubbi provocati dalle dichiarazioni del dottor Ayalew Tefferi e del su assistente Animesh Pardanani (Serious Adverse Events During Ruxolitinib Treatment Discontinuation in Patients with Myelofibrosis).




Può contribuire a far luce su questa polemica che, almeno nei termini in cui è stata proposta, non aiuta i pazienti ad intraprendere con serenità la strada della nuova terapia, è intervenuto un recente articolo- A Double-Blind, Placebo-Controlled Trial of Ruxolitinib for Myelofibrosis di Sven Versovek e di altri medici che hanno partecipato alla sperimentazione- pubblicato sul numero di marzo 2012 del The new england journal of medicine. Si tratta di un dettagliato resoconto sugli esiti del Confort 1 (Controlled myelofibrosis study with oral inhibitor therapy), confermati anche dallo studio Confort II, che essenzialmente attestano come il Ruxolitinib, rispetto al placebo, apporti benefici clinici significativi riducendo le dimensioni della milza, i sintomi correlati alla mielofibrosi e migliorando la sopravvivenza globale. Alcuni effetti collaterali come un peggioramento dell'anemia e della trompocitopenia possono verificarsi, ma nella prima parte del trattamento . L'articolo contiene un ricca appendice in cui si confrontano, tra l'altro, gli effetti collaterali provocati dal Ruxolitinib e connessi al placebo o causati dall'interruzione della terapia. I risultati sono eloquenti: la percentuale di pazienti che ha interrotto il Ruxolitinib a causa degli effetti collaterali è stata dell'11%, identica a quella di pazienti che ha interrotto il placebo per gli effetti ad esso connessi. E ancora identico il numero di gravi eventi avversi nell'uno e nell'altro gruppo: tre in caso di sospensione della terapia e tre nel placebo. Sembra dunque che gli allarmanti dati riportati da Tefferi e Pardanani siano frutto di un'esperienza isolata che non trova riscontro negli studi di molti loro autorevoli colleghi.




Antonella C. Barone




1 commento:

Anonimo ha detto...

Salve sono effetta da mielofibrosi idiopatica , dopo tanti anni con cure , neorecormon 10000 ui , ( 1 alla settimana ) , con ottimi risultati , mi sono aggravata e da mesi la mia milza si è molto ingrossata , mi stanno consigliando Ruxolitinib , ho molti dubbi x le controidicazioni , mi sapete dare informazioni , e le Vostre esperienze ....grazie

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