Giovanni Barosi e lo staff del Centro per la cura della Mielofibrosi |
E' quanto sostiene Giovanni Barosi del Centro per lo studio della mielofibrosi, Fondazione San Matteo di Pavia, in un articolo pubblicato su PuBmed.gov del 16 agosto 2015.
Le nuove target therapy somministrate in fase II e di fase III di studi hanno prodotto miglioramenti sostanziali nella mielofibrosi, tuttavia una ricca documentazione dimostra
che non sono ancora in grado di modificare la storia naturale della malattia e che molti problemi rimangono irrisolti.
Da qui l’esigenza di individuare nuovi obiettivi degli studi clinici. Il principale è indubbiamente quello di aumentare la sopravvivenza globale delle persone affette da mielofibrosi, ma questo può essere raggiunto se viene selezionata con criteri univoci un’adeguata popolazione di pazienti
Un altro obiettivo di grande rilievo è la prevenzione della progressione della mielofibrosi early
( precoce) che richiede uno studio clinico controllato con un endpoint accessibile e una definizione clinicamente rilevante di progressione della malattia. In questo " nuovo corso"assume un ruolo decisivo anche lo studio dei biomarcatori e la loro utilità clinica (a.barone)
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