martedì 19 novembre 2013

Fedratinib che va, Pactrinib che viene?

La sospensione dei trials di Fedratinib ( SAR di Sanofi) è stata accolta con molta , comprensibile, delusione da parte sia dei pazienti che si stavano sottoponendo alla terapia sperimentale sia di quelli che speravano di poter essere arruolati. Ma per una cattiva notizia ce n’è almeno un’altra buona. Infatti un punto di vista interessante sullo sviluppo delle terapie per la mielofibrosi e per altre malattie è quello degli investitori. Per questo uno dei mei blog preferiti è Cereallkiller del quale sintetizzo un articolo che comunque vi invito a leggere. Cosa si nasconde dietro l’accordo tra Cell Therapeutics e Baxter per lo sviluppo di Pactrinib ? si chiede il brillante (ed anonimo) blogger. Per la mielofibrosi, gli ultimi anni hanno visto un’accelerazione nei progressi scientifici principalmente grazie all’introduzione nella clinica degli JAK inibitori, il cui capostipite è targato Incyte e risponde al nome di Jakafi. Due compagnie sono state inserite nel portafoglio biotech proprio in funzione dello sviluppo di simili inibitori: la già citata Incyte e la non più quotata (a causa dell’acquisizione da parte di Gilead) YM Biosciences. Pacritinib si inserisce nella scia di questi composti, ma il terreno sul quale si muove è diverso.La scomparsa di Fedratinib ha in qualche modo delle ricadute positive sullo sviluppo degli altri inibitori. Jakafi avrà vita più facile nel cercare di ottenere l’approvazione e Incyte riuscirà a consolidare la propria leadership. Quanto a Pacrinib –inibitore di JAK2/FLT3 - Baxter pagherà il 75% dei costi di sviluppo del farmaco allorché la cifra superi i 96 milioni di dollari, mentre si farà carico dell’intera somma nei territori per i quali possiede completamente i diritti (cioè fuori dagli USA). In conclusione si annunciano studi del farmaco ( in prospettiva anche per la cura del cancro al pancreas e di altri tumori solidi)più vasti e significativi ( a.b.)

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