martedì 2 aprile 2013

Novartis vs India : le rispettive posizioni

Difficile capire quali potrebbero essere le prospettive della ricerca farmacologica se la soluzione del Governo indiano  fosse adottata da altri paesi. L'argomento è di grande e attuale interesse  non solo per gli altri ammalati di mieloproliferative croniche per i quali si è in attesa della commercializzazione in Italia di un altro farmaco di Novartis: il ruxolitinib, 30.000 euro a paziente per la cura di un anno, ma anche  per tutti ma anche per tutti gli ammalati  in attesa di farmaci antitumorali. Anzi, per tutti i cittadini  del pianeta,perché, come scrive Stefano Rodotà in un'articolo pubblicato su Repubblica di oggi (La farmacia dei poveri) la conoscenza è da ritenere un bene comune e non può essere "recintata" per impedirne l'utilizzazione diffusa, come accade, con le pretese di esterndere senza confini il brevetto e il diritto d'autore". Cerchiamo di approfondire leggendo dichiarazioni pro e contro la decisione della Corte indiana ( tra i primi Medici senza frontiere e l'attivista Vandana Shiva).
A.B.

ASSOCIAZIONE PRODUTTORI USA DI FARMACI _ I produttori Usa di farmaci sono
'molto delusi' dalla sentenza della Corte Suprema indiana che   negato la copertura brevettuale al farmaco antitumorale Glivec della Novartis. Lo afferma un comunicato sul sito dell'associazione, secondo cui la decisione e' 'un altro esempiodell'ambiente deteriorato per l'innovazione in India''.   La protezione della proprieta' intellettuale, prosegue lanota a firma del presidente John Castellani, e' essenziale per
la scoperta di nuovi farmaci: ''Per risolvere i veri problemi di salute dei pazienti indiani - spiega Castellani - l'India devepromuovere una politica che supporti la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci per la salute nel paese e in tutto il mondo.L'industria deve lavorare a stretto contatto con il governo indiano per trovare la soluzione appropriata a questo problema''. (ANSA).
SILVIO GRATTINI "Al di la' della questione tecnica della giustificazione del brevetto per l'anticancro Glivec* (imatinib mesilato), penso che la vicenda indiana ci abbia fatto rivivere quello che e' gia' accaduto a suo tempo in Africa per gli anti-Aids. Dunque l'industria del farmaco farebbe bene a fare delle
eccezioni per i Paesi in via di sviluppo, che non possono affrontare la spesa per medicinali importanti come quello protagonista della vicenda indiana". Lo dice all'Adnkronos Salute il farmacologo Silvio
Garattini, intervenendo sulla 'bocciatura' della Corte suprema indianadel ricorso dell'azienda farmaceutica svizzera, che ha spianato la strada nel Paese a una versione low cost dell'anti-cancro.      Il verdetto consentira' ai pazienti indiani di acquistare a prezzi contenuti l'equivalente generico del farmaco griffato, questa volta prodotto da aziende nazionali. "La nuova versione e' stata giudicata dal governo indiano un modo per allungare artificiosamente la vita del brevetto del medicinale, mentre in altri Paesi e' stata
invece riconosciuta l'innovativita' della nuova versione. Chiaramente in India l'azienda cercava di difendere un farmaco costoso, che ora nel Paese costera' un decimo rispetto alla versione griffata". Ma
secondo il farmacologo la strada delle singole battaglie legali non e'la piu' opportuna. Al di la' dei rischi di un eventuale mercato parallelo su Internet, "sono convinto che la vicenda indiana porti alla ribalta un problema piu' generale: i Paesi in via di sviluppo non possono affrontare la spesa per le cure di quelli
industrializzati. Come ha mostrato il caso degli anti-Aids in Africa, penso che l'industria del farmaco farebbe bene a fare delle eccezioni per taluni medicinali in questi Paesi". Sviluppando politiche
articolate che favoriscano l'accesso alle cure nei Paesi poveri.      Un problema che presto potrebbe toccare da vicino il Belpaese. C'e' infatti da chiedersi "fino a quando l'Italia potra' sopportare il
peso di tutti questi nuovi antitumorali che escono continuamente, con piccolissimi vantaggi in termini di efficacia e costi sempre piu' importanti", conclude Garattini.
  MEDICI SENZA FRONTIERE - La decisione della Corte Suprema di New Delhi che si e' pronunciata a sostegno della legge indianasui brevetti ''rappresenta una grande vittoria per l'accesso a
farmaci a basso costo per i pazienti nei Paesi in via di sviluppo'': e' il commento dell'organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (Msf).
   ''E' un enorme sollievo per i milioni di pazienti e medicinei Paesi in via di sviluppo che dipendono dai farmaci a bassocosto provenienti dall'India, e per i fornitori di cure come Msf
- afferma Unni Karunakara, presidente internazionale dell'organizzazione - la decisione della Corte Suprema rende orai brevetti sui farmaci di cui noi abbiamo un disperato bisogno meno attuabili. Si tratta del segnale piu' forte possibile per la Novartis e le altre multinazionali farmaceutiche, che devono
desistere dall'attaccare la legge indiana dei brevetti''.
   ''Tutti gli attacchi della Novartis alla Sezione 3(d), uno degli elementi nella legge dei brevetti indiana che proteggonola salute pubblica, hanno fallito - dichiara Leena Menghaney,responsabile della Campagna per l'Accesso ai Farmaci di Msf inIndia - gli uffici per i brevetti in India dovranno considerare
questo come un chiaro segnale che la legge deve essere applicata rigorosamente e che le domande di brevetto prive di un realefondamento devono essere respinte''.
  ''Al momento l'innovazione medica e' finanziata attraverso i prezzi elevati dei farmaci coperti da brevetti monopolistici, aspese dei pazienti e dei governi dei Paesi in via di sviluppo che non possono permettersi quei prezzi - prosegue UnniKarunakara - invece di cercare di abusare del sistema dei brevetti modificando le regole e rivendicando sempre piu'brevetti su vecchi farmaci, l'industria farmaceutica dovrebbeconcentrarsi sulla vera innovazione, e i governi dovrebberosviluppare delle regole che consentano lo sviluppo di farmaci
resi subito disponibili a prezzi accessibili. Si tratta di un dialogo che deve iniziare al piu' presto. Invitiamo la Novartisa essere parte della soluzione e non del problema''.(ANSA)
 SHIVA - ''Per la prima volte queste richieste irragionevoli di una multinazionale sono state respinte. La
legge dice che i brevetti si concedono per le invenzioni. E la Novartis voleva forzare l'articolo sulla durata massima dei brevetti, una norma che abbiamo ottenuto con un grande movimento d'opinione popolare, dopo che il l'Organizzazione mondiale peril commercio aveva dato alle multinazionali la possibilita' di
brevettare tutto quello che si muove sotto il sole''. Lo afferma l'attivista indiana Vandana Shiva in merito alla sentenza della Corte Suprema indiana che ieri ha respinto il ricorso dell'industria farmaceutica svizzera Novartis relativo al brevetto di un farmaco anti tumore.   ''Non si puo' monopolizzare il diritto alla salute. La
decisione della Corte sara' un incoraggiamento per quei governanti che non sono gia' nelle tasche delle multinazionali,e ce ne sono. Quelli che vogliono lavorare per l'interesse pubblico, per il bene comune, saranno rafforzati da questasentenza'''', dice Shiva, secondo cui ''la decisione della Corte
Suprema indiana dovrebbe essere esaminata accanto alla legge appena firmata da Obama, che protegge la Monsanto da eventuali cause per danni ai consumatori prodotti dai suoi Ogm''.   ''La sentenza di New Delhi - conclude - serve anche a metterein evidenza il contrasto fra la democrazia applicata in India e
negata in Usa. E' una lezione per il mondo''. (ANSA).

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