“Sono stati cinque anni di solitudine, a
Roma non riuscivo a entrare in contatto con
nessuno con la mia patologia, così sono stato costretto ad iscrivermi ad
un gruppo di pazienti tedesco perché per gli ammalati rari è un’esigenza
primaria conoscere altre persone con la stessa malattia. Ora finalmente, grazie
all’AIPAMM e alla disponibilità del IX Municipio, non sono costretto ad andare fino in Germania per sentirmi meno raro”
A parlare è Peter
Lercher che con altre persone affette da
un gruppo di rare emopatie , le sindromi mieloproliferative croniche, ha creato
la sezione Aipamm- Ares di Roma
inaugurata con un incontro tra medici, pazienti, amministratori,venerdì 26
nella Sala consiliare del IX Municipio.
E’ qui che la sezione
romana dell’AIPAMM - ARES,coordinata dal professor Maurizio Spoliti ha
trovato una sede dove i pazienti “rari” possono incontrarsi due volte al
mese, organizzare gruppi di auto aiuto e altre iniziative.
La presidente Susana
Fantino -che ha introdotto i lavori assieme al prof. Claudio Lombi presidente
del Consiglio municipale – si è detta “felice che quest’associazione si trovi
dentro una città nella città” come ha
definito il futuro territorio municipale, dopo l’accorpamento con il X municipio
che lo porterà ad essere il più popoloso di Roma.
L’incontro con gli
specialisti è stato aperto dalla dott.ssa Svitlana Gumenyuk, ematologa del
Policlinico di Tor Vergata che ha illustrato in maniera chiara e completa le
tre malattie ad un pubblico composto in
prevalenza da pazienti e parenti di pazienti
Il prof. Valerio De
Stefano direttore
dell’Istituto di Ematologia dell’Università Cattolica, Policlinico
Gemelli di Roma, ha evidenziato anche la
ricaduta positiva che può avere un’associazione di pazienti con questo tipo di malattie rare sulla ricerca,
penalizzata dalla concorrenza di altre patologie
ematologiche ritenute a maggior rischio di mortalità.
Al momento non sono disponibili farmaci in grado di curare queste malattie e, anche se recente sono stati individuati dei bersagli molecolari che hanno aperto la strada a farmaci inibitori, la ricerca è lunga, costosa e finanziata quasi esclusivamente dall’industria farmaceutica.
Al momento non sono disponibili farmaci in grado di curare queste malattie e, anche se recente sono stati individuati dei bersagli molecolari che hanno aperto la strada a farmaci inibitori, la ricerca è lunga, costosa e finanziata quasi esclusivamente dall’industria farmaceutica.
Il prof. Giovanni Barosi del Centro per lo studio e la cura
della mielofibrosi del Policlinico San Matteo Pavia, presidente dell’AIPAMM
nazionale, ha ricordato i tanti problemi che incontrano i pazienti con questo
tipo di malattie rare, come la necessità di spostarsi dai luoghi di
residenza per raggiungere centri
specializzati con maggiore casistica o per sottoporsi a trials clinici attivati
solo in alcuni di questi centri. Di qui il bisogno anche d’informazione
qualificata e di assistenza agli
ammalati e alle famiglie.
Barosi ha
voluto ricordare Gianbattista Mazzini, scomparso anni fa dopo una lunga lotta
contro la mielofibrosi, la più grave di queste malattie, alla cui memoria è
stata dedicata l’omonima associazione di Crema che ha dato vita, nel 2012,
all’AIPAMM. Prima di Roma sono state aperte le sedi di Crema, Catania e Gela.
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