Qualche giorno fa su ilcorriere.it - sportello cancro è stata pubblicata questa intervista ad un'illustre ematologa:Tumori mieloidi cronici, questi sconosciuti. Molti pazienti che frequentano questo blog e i gruppi facebook hanno espresso alcune critiche ai contenuti dell'articolo che ho riassunto in questa lettera inviata alla redazione Le parole sono importanti, anche per i medici
Ecco la risposta di Vera Marinella, autrice dell'articolo:
Gentile signora,
le rispondo per quanto concerne il mio lavoro, in quanto autrice
dell'articolo, scritto con le migliori intenzioni e volutamente dedicato ai
pazienti "rari" (sempre un po' più trascurati nell'informazione).
Mi occupo di Sportello Cancro dal 2003 quando è nato, l'ho creato, leggo e
rispondo a tutte le mail (comprese le richieste di aiuto), seguendo lo
spirito di questa iniziativa voluta da Corriere e Fondazione Veronesi:
aiutare chi un giorno si ritrova a fare i conti con una diagnosi difficile.
Il termine sopravvivere può essere "crudo", lo capisco (ma è quello
scientificamente corretto, come certamente lei saprà). Porei inoltrarle
tante mail (persino cortesi e puntuali come la sua) che lamentano toni
troppo ottimisti e accusano di seminare false speranze, oppure eccessive
semplificazioni e termini poco scientifici.
Chiedo venia per le sensibilità offese, ma ritengo che l'articolo sia fedele
al mio intento: dare speranza e informazioni corrette, con delicatezza,
pienamente consapevole delle difficoltà che malati e familiari ogni giorno
incontrano, riportando onestamente quanto mi è stato detto
dall'intervistata.
1 commento:
Certo, non potevo far altro che aspettarmi una risposta "politicamente corretta"....
Immagino che in questi nove anni non abbia compreso molto quello che "sentiamo".
Certo ha i miei ringraziamenti per l'aiuto che offre e l'attenzione che dedica, però forse dovrebbe sentire in egual quantità malati e dottori; allora saprebbe che esistono anche termini non esclusivamente scientifici.
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