mercoledì 14 dicembre 2011

Incidenze - Un libro per gli amici

Si tratta di una narrazione avvincente, calda e familiare: dagli anni ’40 agli ’80, è la ricostruzione di una storia personale su di un “sostegno” corale che funge da fondo sociale; dallo stile fluido e leggero, offre uno spaccato degli eventi storici fluttuante da quelli più pregnanti, tragici o drammatici a quelli mitizzati nell’immaginario onirico e ludico dei protagonisti
Il romanzo si ispira volutamente al Grande Freddo, Gli amici di Peter e Le invasioni barbariche.
Non è un caso che sia autobiografico proprio attraverso il messaggio-contenuto manifesto e fondamentale:l’Amicizia che tutto ingloba, sedimenta, sintetizza e ricrea, superando il tempo e lo spazio a partire da uncontesto fisico e sconfinando in uno metafisico; nella speranza di riunirsi ed esserci aldilà del “dettaglio”o della “parentesi” di un’apparente fine, solo interruzione o meglio dosso nel percorso esistenziale che siinterseca nelle Incidenze di cui la vita stessa dissemina le sue innumerevoli strade.
Questa Amicizia è tutta al maschile e l’incidenza che unisce “loro” a Marie Claire costituisce unicamenteuno strumento per attivare la ricerca e risolverne il progetto. Si tratta di quel sentimento che così forte.Intenso, quanto ai primordi leggero e scanzonato, di cui fino ad oggi, con “lacune” e pregi, solo gliuomini sono stati capaci di farne sopravvivere il mito. Tutto questo risulta emozionante, commovente,profondamente umano e le donne non abbiano a dolersene: sarebbe alquanto opportuno cogliernel’autenticità, il senso di goliardia, cameratismo e solidarietà che solo negli anni ’70, elle hanno toccatogettandone le basi senza giungerne ad una consolidata cultura o “letteratura” tanto radicata da crearneLeggenda.
Lieve, sottile e ruspane insieme, risulta apprezzabile la qualità di stile vagamente Pratoliniano, genera unagradevolissima fruizione del romanzo soprattutto nel connubio con la singolare struttura di costruzioneche ne sottende tutta la realizzazione, progettata sapientemente e con una certa discrezione: l’evoluzionelievita nell’incremento in cui si sviluppa la narrazione, evocando (con profonda umiltà di paragone e se purlontana per materia e stile) quella di “le città invisibili” di Calvino. Non è forse infatti un caso che l’autore,Maurizio Spoliti, già scrittore di precedenti opere, sia docente della cattedra di Chimica presso La Sapienzadi Roma; . . . nella Chimica le molecole si combinano, gli atomi precipitano, si spostano e le trasformano, sicreano sintesi e mutazioni proprio come gli “eterni ritorni” nelle incidenze dell’esistenza.
Marga Esposito

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